Normativa di riferimento |
Le direttive comunitarie
L'origine della attuale normativa risale ad una direttiva comunitaria, detta "Direttiva madre" perché di generale validità e importanza: la n.391 del 12.06.1989 concernente l'attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro. In particolare vengono date indicazioni generali valide per tutti i luoghi di lavoro:
obblighi dei datori di lavoro
servizi di protezione e prevenzione
pronto soccorso
antincendio
pericoli gravi e immediati
informazione, consultazione e formazione dei lavoratori
obblighi dei lavoratori
controllo sanitario
Le successive sette direttive sono dette "figlie" o "particolari" perché approvate successivamente e ai sensi della direttiva madre. Esse intervengono su attività che evidenziano rischi specifici, integrando le indicazioni generali del n. 89/391.
In seguito furono approvate le cosiddette "direttive di seconda generazione" che in pratica hanno fatto da base per Direttive specifiche relative a tutti i rischi riguardanti il settore della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro.
In Italia
In Italia era già presente un quadro normativo di buona qualità, ma il Decreto Legislativo n. 626/94 lo integra e lo completa. Con questo decreto il sistema di prevenzione e di sicurezza italiano si allinea alle indicazioni dell'Europa comunitaria e innova la precedente normativa, anche se in termini più qualitativi che quantitativi.
Il D.L 626, approvato nel 1994 collegato con il D.L. n. 758/94 ha subito negli anni numerose modifiche ed integrazioni:
626-bis con le modifiche apportate tra il 1996 e il 1999
626-ter con le modifiche apportate tra il 1999 e il 2001
626-quater con le modifiche inserite nel 2002
626-quinquies con le modifiche in vigore dal 2003
Bibliografia: Dossier Ambiente n. 63 - 3° trimestre 2003 - anno XVI
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